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mercoledì 25 agosto 2010

COMUNICATI

Comunicato n. 4 A.d.o.148  
Si corre il rischio e si correrà sempre il rischio di essere accusati di prepotenza, di eccesso di zelo, ogni qualvolta che accadono situazioni simili all’evento di Gaeta dell’8 e 9 dicembre o di rotture come quelle di ottobre a Napoli, costringendoci a rispondere con atteggiamenti inflessibili e di chiusura da parte nostra. Analizzando con calma e con un poco più di mente fredda i fatti accaduti si può dire che la strada della ricostruzione identitaria ed innanzitutto quella della creazione della tanto agognata classe dirigente è ancora lunga addivenire, c’è una forma abulica da parte di chi chiede unità per poi correre per proprio conto, addirittura anche chi facente parte di un sodalizio in alcuni casi come Gaeta si muove in modo esclusivamente personale. Non è questo che si prefigge il movimento dei Comitati delle Due Sicilie.
Giocare e falsificare i numeri, tipo quella famosa dichiarazione di Gaeta di adesioni al partito da parte di 50 associazioni se non di 200 sa un tantinello di affermazione da prima repubblica italiana, da falsi bilanci aggiustati con la scolorina, non dobbiamo assolutamente usare metodi di divulgazione fittizia ne va della nostra immagine e della serietà del progetto,non è così che si cresce , non è questa a mio sommesso avviso il modo giusto per iniziare o proseguire la difficile strada che dobbiamo percorrere. Evitiamo di firmarci quando diramiamo un comunicato, una nota, un pensiero con tre, quattro nomi diversi, il lettore attento intuisce che a farlo è sempre la stessa persona e capisce che invece di un sodalizio c’è “un uomo solo al comando”, risultando dei miserelli se non dei poveri cristi. Abbarbicarsi per poi ridursi ai minimi termini, solo per salvaguardare forse affetti familiari o amicizie non è certo una forma di crescita per il progetto duosiciliano, le conventicole o i ruoli dirigenziali salvaguardati per affezione o parentela e non per qualità e capacità sanno non poco di mastelliano o bassoliniano comportamento, c’è troppo l’odore del compromesso attorno a certe faccende, compromessi che non portano certo ad alcuna miglioria, ma solo ad un implosione che purtroppo nel caso in questione accaduto ultimamente è sotto gli occhi di tutti . Giocare al soldatino è per certi versi una delle cose più attraenti per gli uomini specie per quelli che hanno ricevuto la grazia di rimanere fanciulli, ma se lo scopo rimane solo quello di sparare qualche colpo a salve stiamo veramente messi in ginocchio, non è questo l’obbiettivo dei Comitati, il folklore deve esserci certamente ma a margine delle nostre prospettive, l’obbiettivo è la liberazione delle nostre contrade, non l’appuntarsi una decorazione . 
Si può fare a meno di questi nostri compatrioti?
Credo di si, anzi ne sono profondamente convinto, in questa fase formativa se ne deve fare assolutamente a meno, ne va della nostra difficile impresa da compiere.
A Napoli, attraverso l’idea del meridionalismo si sta attuando una lotta contro il centrosinistra, di tutti i nuovi meridionalisti che ho sentito o visto in questi giorni tra video e dichiarazioni cartacee ce ne fosse stato uno che oltre al j’accuse avesse dato una qualsiasi forma di proposta del come fare o programmare , niente nà mutria eterna nu tavuto diceva il poeta, non voglia il cielo che tutta questa pantomima nasca dal tentativo di destituire la sinistra per fare da giannizzeri alla destra, il Sud le Due Sicilie sono un’altra cosa, sento la sgradevole sensazione che una volta fatta la corsa al disarcionamento e portato un “infedele” al comando , costui di Sud, Napoli, Due Sicilie e sogni se ne dimenticherà così facilmente come con tanta facilità si è riscoperto duosiciliano.
E‘ questo quello stiamo cercando?
Spero e personalmente non è questo che cerco.
I Comitati delle Due Sicilie devono preparare i vertici del futuro meridione, i Comitati delle Due Sicilie devono essere il volano di una nuova realtà, i Comitati delle Due Sicilie devono essere la voce e la difesa di tutto quello che è meridione d’Italia, i Comitati devono essere lontani dai furbi e gli opportunisti di turno, allontanare e rifugiare dai personaggi mitologici metà uomo e metà poltrona. Un leader, un dirigente dei Comitati ha , come per statuto, gli anni ed il tempo a disposizione per dimostrare di essere capace di dare una svolta, una crescita, una visibilità al movimento se ciò non accade deve essere sostituito, senza rancore, senza astio ma per una corretta azione e per rispetto nei confronti degli altri aderenti e del progetto duosiciliano.
C’è piena autonomia per i dirigenti zonali, totale libertà di movimento sul territorio dove si opera, ma nei momenti forti, quelli che riguardano decisioni nazionali, la scelta di avere aderito deve essere una scelta di appartenenza, di obbedienza, di fede monastica come il caro Zitara chiede in un suo comunicato,mai più una situazione simile al comportamento avuto da alcuni nostri affiliati come successo a Gaeta altrimenti e inutile ricercarsi, sforzarsi. Si decide un “capo”, si segue la sua linea nazionale, se dopo il tempo che tutti noi gli abbiamo conferito, dato, controfirmando un patto , la linea dirigenziale risultasse mancante,deficitaria, inadempiente alle spettanze si cambia la dirigenza e il programma , questo è a mio parere il senso di unità, questo è a mio giudizio fare parte di un progetto, pochi generali e molti soldati questa è l’idea Comitati delle Due Sicilie. 
Mi auguro tanto che il piano dei Comitati diventi parte integrante di tutti quelli che aderiranno al movimento. Diamo una immagine diversa del Sud, dimostriamo soprattutto ai nostri compatrioti che c’è un meridione diverso, non è poi tanto difficile visto gli accadimenti recenti .
Forza e onore
Fiore Marro     
Segretario Nazionale Comitati delle Due Sicilie
 


Comunicato Nr 6 A.D.O.148
" Eccellè, òvii quante simme. E ce n’avimma ì accussì? " (Eccellenza, ma non lo vedi quanti siamo, ce ne dobbiamo andare così?) .L’ineffabile comandante gli rispose: "Va via, ubriaco.". Questo accadeva il giorno 8 giugno 1860 le truppe borboniche lasciano in ritirata Palermo, la seconda capitale del Regno delle Due Sicilie, di fronte a un nemico inferiore. Sono 24 mila uomini, perfettamente equipaggiati, la cui rabbia provata da molte rotture di sciabole e alcune diserzioni, è ben interpretata da un soldato dell’8° di linea il quale, al passaggio a cavallo del Comandante in capo Lanza gli si rivolgeva quasi supplicante di non abbandonare le linee e di combattere il nemico. L'eccellenza in questione non aveva colpe se non quella di essere incapace di dirigere lo scontro, messo nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Così allora, così oggi, una nemesi che si ripropone tragicamente a spese del Sud e delle Due Sicilie come una maledizione voluta dagli Dei dell'Olimpo.

In questi giorni c'è stata all'interno del nostro movimento una infinita corrispondenza privata tra i componenti dei Comitati,raffronto sorto da faccende che spaziano da questioni politiche ed anche da frizioni causate da nostre reazioni ad attacchi gratuiti che il movimento ha suo malgrado dovuto introitare da un esponente noto ai duosiciliani tutti di questo purtroppo misconosciuto mondo borbonico .

In questi ultimi centocinquanta anni nulla è cambiato, siamo in tanti come allora ma come allora siamo caduti per troppo tempo nelle mani di uomini sbagliati nel momento meno opportuno, con una piccola differenza i Lanza di allora furono scelti da un Borbone questi di adesso chi li ha mandati? Hanno scoperto prima degli altri la nostra Storia?, ma questo non da diritto ad arrogarsi nessuna leadership , ma a farglielo presente questo equivoco che si propone mortalmente ogni qual volta c'è una nuova volontà scatta il baccanale.Si erigono a generali, a capipopolo, a leaders,senza peculiarità nè capacità,così la reazione diventa offesa, la realtà diventa commedia. Come si fa a metterglielo nella "capa" che non sono in grado di comandare? L'unica risposta che potremo ricevere in cambio è stata, è e sarà "va via, ubriaco!" Così il contrattacco scomposto crea anche al nostro interno sconcerto,lacerazione, malumore, che Dio non voglia che questi attacchi subiti dai Comitati nascano da un progetto di destabilizzazione, ma solo da una incapacità di leggere l'irreversibilità della situazione,sterili offese nate per una futile e puerile difesa di "poltrona" anzi di "seggiola", meglio molto meglio così. 

Ai nostri amici del movimento dei CDS ribadisco che non esiste nessuna diffidenza sulla loro fede alla Patria nostra , sui loro reali sentimenti nazionalistici,sul tempo che hanno speso per ridare voce ed onore alle Due Sicilie su questo non ve dubbio alcuno,ma un offesa è un offesa, ed un insulto deve essere affrontato al di là di chi l'ha causato, magari meno scomposto questo si e chiedo venia per ciò.invito a non inseguire chimere oramai obsolete,guardiamo avanti e buona sorte a tutti dovunque si operi per il bene delle Due Sicilie.

La piovra partitico politica che in questi tempi si è avvicinata alla nostra comunità può e deve essere un motivo di vanto per noi tutti che rappresentiamo i Comitati,significa che l'idea c'è, gli uomini pure ma noi dobbiamo ancora crescere come comunitas, e ciò che si scorge nelle pagine dei messaggi che noi tutti ci siamo scambiati in questi ultimi giorni, quindi per il momento a mio sommesso avviso e bene proseguire sulla scia della crescita unitaria del nostro sodalizio senza farsi prendere dall'eccitazione dell'arrivismo costi quel che costi si potrebbe correre il serio rischio di perdersi per strada ed addio contenitore identitario duosiciliano senza precludere anche azioni di candidature elettorali come ed a nome dei Comitati alcuni esponenti stanno già allestendo in Sicilia, in Campania e nelle Puglie.Verrà il tempo anche per noi e per la nostra cara Antica Patria.
C'è un Paese diverso da qualche parte, il nostro
Ci vediamo a Formia il 17 febbraio 2008.
forza e onore
Fiore
 


Appunti disordinati di viaggio intorno alle Due Sicilie: In Abruzzo per onorare Borjes ed i suoi 
 
Appunti disordinati di viaggio intorno alle Due Sicilie: In Abruzzo per onorare Borjes ed i suoi valorosi compagni d’arme. 
 

Di Fiore Marro     

Caserta 9 dicembre 2008 

Don Josè voi ed i vostri valorosi compagni meritate tutto ciò che è accaduto lunedì 8 dicembre 2008 e forse molto di più, finalmente il popolo delle Due Sicilie ha risposto in modo robusto all’adunata in vostro onore organizzata davanti al cippo marmoreo in quel di Sante Marie in terra abruzzese.

Ancora una volta la magica alchimia che accomuna giovani e anziani, e le più svariate inflessioni della nostra Antica Nazione si sono udite forti anche in Abruzzo intorno ad una Patria cancellata dai vincitori ma sempre viva nell’animo di chi sente di appartenergli si è grandemente raffigurata, il forte senso del dovere della gente del Sud italico nei confronti della propria storia si è replicato, così come avvenuto a Pontelandolfo, così come succeduto a Fenestrelle o a Capua.

Un fiume straripante oramai difficile da arginare.
 

Il cuore, l’anima, il popolo delle Due Sicilie.

L’Abruzzo è il nord delle Due Sicilie, un classico settentrione geografico come giusto che sia, fatto di freddo, neve e montagne. Ma le peculiarità della regione abruzzese si scorgono bellissima dovunque si rivolge lo sguardo al territorio, una sana cucina ed anche la cordialità degli abitanti del luogo sono la solita costante conferma che Noi siamo altro, una nazione diversa, la nostra.

L’amore per questo Eroe non ha fermato gli innamorati della Patria duosiciliana, c’era da commemorare Borjes, a mio sommesso avviso la figura più emblematica dei legittimisti borbonici, quindi avanti tutta così come si è registrato. 

Ancora una volta una bella dimostrazione di esistenza in vita del popolo duosiciliano.
Toccante come sempre la commemorazione nel nome del più fulgido esempio di eroismo e cavalleria di altri tempi.

Molto rimbombante la conferenza per via di un processo storico che il comune di Sante Marie aveva messo in atto qualche mese addietro proprio nei confronti del cavaliere catalano, non tenendo conto del cambiamento di vento che sta rispolverando e rimettendo in auge la verità storica astutamente nascosta dai vincitori, codesti signori avevano allestito una farsa di processo nei confronti di Borjes che tra l’altro aveva condannato di nuovo l’hidalgo catalano, oltraggiando nuovamente il cabecilla facendolo passare ancora una volta per un volgare delinquente senza tenere conto della vera impresa di costui, cioè quella di liberare un popolo assalito da forze nemiche, venuto da lontano per liberare anche i cittadini di Sante Marie, questi individui si sono dimenticati che per la loro terra e per i loro avi Borjes consegnò l’anima a Dio, il sindaco ed i suoi collaboratori ne sono usciti abbastanza malconci dal confronto avuto ieri con la comunità duosiciliana, che oramai mal tollera qualsiasi forma di falso o abuso alla storia, alla Patria ed agli uomini che si batterono eroicamente per le Due Sicilie.

Una bella lezione di senso d’appartenenza che conferma oltremodo l’ottimo stato di salute identitario della collettività borboniana. 

In splendida forma il “comandante in Capo” della gioiosa macchina da guerra duosiciliana, Gianni Salemi, Dio lo conservi così per ancora molti anni.

Qualche piccola scivolata da parte di chi ha organizzato il convivio, ma nulla di effettivamente clamoroso.

I CDS come sempre presenti in momenti salienti come l’evento a Borjes, a Sante Marie sono stati accolti dal segretario regionale abruzzese dei Comitati Due Sicilie Pietro Cipollone, immancabili a questi appuntamenti sono arrivati dall’Emilia Luigi Costantino ed il coordinatore CDS Marco Fortunato, da Napoli è provincia Angelo D’Ambra, Antonio Amitrano e Bruno Tarallo, da Caserta in compagnia del sottoscritto Ilario e Giuseppe Simonetta.


Onore sempre al generale Josè Borjes.


Forza e Onore
 
Fiore Marro     
Segretario Nazionale
Comitati Due Sicilie

In direzione ostinata e contraria.

In direzione ostinata e contraria. 

Fiore Marro: Caserta 18 marzo 2008 .
 
Rubo al grande Faber il titolo di questo mio brano che ritengo il più appropriato per descrivere la scelta di campo non convenzionale di tutti noi innamorati delle Due Sicilie.
Scegliere la rotta dell’identitarismo duosiciliano è indubbio una posizione tenace ed ostile, contro il tempo e contro la tangibilità che ci circonda una direzione appunto ostinata e contraria .
Nell’epopea anglofona che è finalizzata al lucro e basta, cosa siamo noi? Un mondo sconfitto senza dubbio, però un mondo diverso, un mondo che mette al centro delle cose il rispetto per l’uomo, la persona innanzitutto,la deferenza per la vita, la tradizione, la famiglia, l’amicizia, un mondo che comincia a risollevarsi dalla crosta della disfatta, ancora incerto, carente, disorganizzato, ma rinsavito e con una buona dose di coraggio, solo con il coraggio si può affrontare una direzione ostinata e contraria.
Tutto quello che ci circonda causa uno iato disarmonico tra le “cose” che viviamo e quelle che cerchiamo, tra la vita che reggiamo e quella che sogniamo. A tratti cogliamo le ragioni di una scelta ma solo a tratti e minimamente per il momento. Anche se è bello guardare talvolta dall’alto gli altri e sentirsi un intersezione tra follia ed ideale incrollabile , per un attimo solo immaginate voi affezionati che cosa saremmo stati senza questa “malattia” identitaria. Il nulla che riscontriamo negli occhi di tanti altri.
Ancora oggi a distanza di mezzo secolo subiamo più disfatte che lembi di territorio conquistato , in molti si arrendono, abbandonano il campo di battaglia e per un penoso disagio accusano l’immobilismo altrui come giustificazione della loro resa .
Avere letto quattro libri e qualche articolo a nostro favore ha dato alla testa ad alcuni adepti della Causa duosiciliana, l’indignazione e la riscoperta del furto subìto spinge esageratamente, certo per il forte senso identitario, taluni nostri a pigiare sul tempo della riconquista in maniera eccessiva e difforme rendendo così il nostro cosmo sfilacciato ed assolutamente inadeguato al competere freddamente con l’altra parte del mondo.
No, noi siamo una Nazione!
Il nostro compito è quello della rammendatura dell’ uomo delle Due Sicilie, nostro compito è ripristinare nella testa della nostra gente l’idea del ristabilimento degli antichi confini del nostro Stato, spargere l’humus dell’appartenenza, quindi nessun separatismo ma riedificazione della Patria Napolitana.
Tutto questo è ancora lontano dal divenire.
Ma le nuove generazioni sono la speranza.
I giovani che hanno sfilato in questi ultimi tempi con i nostri vessilli bene in vista, quelli che hanno manifestato il dissenso ai festeggiamenti dell’ invasore, quelli che urlano la loro rabbia per le impudicizie causate alla nostra terra, alla nostra gente sotto l’egida dell’attinenza duosiciliana. La nuova generazione che coglie il seme dei Vitale, dei Manna, degli Alianello, dei Barone e che raccoglie il frutto di noialtri.
La nostra futura vittoria.
Forza e onore
Fiore Marro
Segretario Nazionale
Comitati Due Sicilie