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giovedì 23 settembre 2010

Appunti disordinati di viaggio nelle Due Sicilie e dintorni: Isernia

di Fiore Marro
Caserta 23 settembre 2010
 
Quest’anno  abbiamo avuto la possibilità di fare tappa in  tutte le Regioni appartenenti alle Due Sicilie, tranne per la Basilicata che comunque ci siamo riproposti prima della fine dell’anno di visitare .
Importante avere avuto, grazie all’appoggio di Ermanno d’Apollonio, l’opportunità di aprire un “varco” anche nelle maglie del contado molisano.
Sorprendente  per me è stata la rivelazione nello scoprire che molte persone, ad Isernia, sentono forte il senso di appartenenza alle Due Sicilie.
L’amore per Napoli e per i Borbone, una forte spinta identitaria a sud, che certo è stata una rivelazione molto soddisfacente ma che devo ammettere era ma me assolutamente ignota.
A fare visita con me agli amici molisani,che sembrano volere costituire un nucleo operativo CDS, c’erano Luigi Costantino e il giovane Fabrizio Sorrentino della sezione CDS Caserta.
Bellissima Isernia, pregna di storia, buono il gruppo, formato da persone davvero di spessore.
La tappa di Isernia è l’ennesima prova e conferma di avere imboccato la strada giusta, le azioni, in Calabria a Melito, la conferenza siciliana di Naso, la partecipazione a Civitella del Tronto della sezione Abruzzo, la distribuzione a Sant’Angelo nel Cilento del manifesto anti-garibaldi, la prossima partecipazione a Piaggine di Salerno terra dell’eroe duosiciliano Giuseppe Tardio,l’evento di Bitonto con tanto di riconoscimento del premio Alfiere del Sud, il fiore all’occhiello per l’allestimento di Duccio Mallamaci per la commemorazione dei martiri di Fenestrelle, la presenza attiva del nucleo CDS Lombardia alla manifestazione del No Lombroso a Torino, l’avvenimento di Pontelandolfo, le partecipazioni a Messina e San Giovanni Incarico e a Villa Castelli di Valentino Romano, la presenza di Erminio De Biase al meeting sul brigantaggio a Frosinone e nella conferenza di Camposano di Napoli, l’invito di Dora Liguori ad intervenire a palazzo San Macuto di Roma nella veste di presidente nazionale dei Comitati Due Sicilie,  l’escursione del raduno presso il santuario di monte S. Michele a Maddaloni, al cospetto della struttura vanvitelliana dei Ponti della Valle allestito da Costagliola, la scalata del Gran Sasso con la presenza di Luigi Costantino, il prossimo,imminente scoprimento del primo monumento ai caduti delle Due Sicilie a Valle di Maddaloni grazie alla forte e robusta volontà di Mauro Giaquinto  sono stati, assieme a tanti  altri momenti, le azioni da incorniciare del movimento CDS nell’anno 2010.
Isernia, il Molise è tra tutte queste azioni di collegamento  di esperimento unitario duosiciliano,una tappa importante e assolutamente indispensabile, un forte grazie a chi ha fatto in modo che ciò sia accaduto.
Forza e onore
Fiore Marro
Alcune foto della serata a isernia: http://comitatiduesicilie.org/index.php?option=com_rsgallery2&Itemid=64&catid=54

lunedì 20 settembre 2010

Comitati Due Sicilie - Note prima del congresso di ottobre

di Fiore Marro
Caserta 7 aprile 2010 
Tutto ciò che ho sempre rincorso è stato organizzare un movimento non unitario ma identitario, non mi è mai interessato la provenienza politica degli aderenti, ma solo la loro voglia di sentirsi appartenenti alle Due Sicilie.
La mia unica missione, il mio solo scopo è rifare le Due Sicilie.
Ci ho provato per anni  in un contenitore vuoto,  un fallimento totale.
Ho riprovato e ricominciato daccapo, nel 2008, con una sparuta pattuglia, io, Davide Cristaldi,Pollio,Larosa,Longo,Costantino e il gruppo di Caserta, Vozza,Giaquinto, Matrisciano,Posillipo, Casale, D’Auria  e i due Simonetta  e qualcuno altro,sembrava una stupidata, una bagattelle dicono i francesi.
Eravamo in 20 a Formia, 20 matti, quel 17 febbraio del 2008.
Sono passati neanche tre anni sembra un secolo,di strada si che se ne è fatta.
Pontelandolfo,Fenestrelle, Capua, libri, il prossimo monumento ai Caduti, la squadra di calcio,la partecipazione fattiva il 20 giugno 2009 a Napoli,conferenze e meeting, citazioni, tipo in “Sud” di Veneziani  o altre ancora su decine e decine di giornali  cartacei e telematici.
Adesso abbiamo sezioni  in tutta Italia ed all’estero.
Abbiamo partecipato a competizioni politiche nazionali, regionali e comunali.
Ci stiamo sempre.
Qualcuno ha lasciato, altri non ci sono mai entrati, certo ci sono stati tradimenti, fughe,voltafaccia, incomprensioni,litigi,ma fa parte del gioco e anche della vita.
Quelli che non vogliono capire o che non capiscono o fanno finta di non capire ci saranno sempre,non ci si può fare nulla.
Sono stato rimproverato del mia eccessiva disponibilità verso taluni, ebbene lo farei sempre,perché rimango dell’idea che ognuno entra in questo progetto per dare un contributo alla Nazione,attraverso i CDS, se poi cerca altro o sbanda o ha altri motivi non è colpa di nessuno ne tanto meno mia.
I balordi o gli egocentrici o i simulatori  ci saranno sempre quindi è bene  metterselo in testa e proseguire, pensando che situazioni del genere sono una percentuale che ci ritroveremo sempre lungo il cammino.
Per le azioni politico-partitiche credo che la strada dell’inserimento nei partiti già costituiti e che si fregiano, anche subdolamente, di parole tipo, Sud, Autonomia o Meridionale possa ancora essere una mossa da attuare, senza mai chiudere la porta in faccia a nessuno, ma mi atterrò alla linea nazionale che si sceglierà a ottobre.
Per tutte le altre cose che ho pure letto internamente al nostro movimento, non sono così drastico come qualcuno dei nostri,io credo nella partecipazione ai convegni, alle ricorrenze, perché è da lì che nasce lo spirito di appartenenza e da queste cose che si rigenera i’identità di popolo.
Credo che anche la strada intrapresa da Angelo , Lorenzo o Valentino sia un buono, ulteriore  viatico per la ricostruzione identitaria, la ricerca, è fondamentale, un aggiuntivo tassello da annettere alla Casa Comune delle Due Sicilie.
Ci vediamo il 3 Ottobre!
Forza e onore
Fiore Marro

Gli irlandesi : Ultimo “chador” contro l'Europa

L'Irlanda ha detto "no" all'Europa.
Gli irlandesi : Ultimo “chador” contro l'Europa dalle consorterie bancarie, l'Unione europea per ciò progettata ...  
Il popolo irlandese ha bocciato il progetto del Trattato di Lisbona, ripetendo quanto fatto da Olanda e Francia per la Costituzione Europea elaborata dalla commissione presieduta da Giscard d'Estaing.
Noi duosiciliani non possiamo che gioirne .Il contrattacco dei media è risultato infuriato, arrogante: contro l'Irlanda con le solite accuse di antieuropeismo. Naturalmente non si vuole affrontare per davvero la questione: la verità è che ogni qualvolta il popolo, in stato di libertà fino a prova contraria, è chiamato ad esprimersi pre o contro quest’Europa, vota contro. Quanti sanno che il Parlamento Europeo non è l'organo legislativo dell'UE ?, avendo di fatto solo poteri consultivi e non di deliberazione? Quasi nessuno e chi lo sa e lo dice è bollato come antieuropeista. Noi delle Due Sicilie abbiamo già conosciuto e subito una Unione , quella sinistra dell’Italia, dominata dall'ideologia liberal-massonica, nella quale i burocrati del nord sostenuti dagli ascari nostrani decidevano le sorti delle genti meridionali: i contadini della Calabria agli Abruzzi furono messi in ginocchio e morirono di fame o dovettero lasciare le proprie terre, per colpa di calcoli sbagliati fatti da individui che manco sapeva dove fossero Reggio, Brindisi o Avellino.Non si può quindi accettare che l’Europa, impegnata a sviluppare la vera emancipazione democratica dei popoli del nostro continente, veda il centro del potere spostarsi non dallo Stato alla vicina Regione, ma dallo Stato ad un lontano Ente-Oscuro governato da persone non elette dal popolo e rispondenti a logiche tetre. Non è quindi contro la costituzione di un'Europa politica che la gente combatte,anche se il sentimento avverso è diffuso ovunque, per questo a Bruxelles vogliono evitare la consultazione popolare; la lotta è contro questa Europa del oligarchismo .Noi duosiciliani ambiamo ad una  Europa che basi le fondamenta sul concetto di Uomo e non di Interessi. L’Europa così fatta al popolo non piace perché la gente è fedele ai principi morali.
La gente vuole veder coniugato, nei basamenti di una società transnazionale, il principio di solidarietà assieme a quelli d’identità e libertà: sono concetti cristiani, prima che illuministi, ma il concetto di solidarietà prevede un approccio alla vita sociale e politica che non si trova nei pensatori giacobini e liberalmassonici bensì solo nella millenaria tradizione cristiana.
Solo per questa strada si può fare un'Europa unita e leale , l 'alternativa è la scomparsa crescente della democrazia.
Grazie dunque alla popolazione irlandese per avere indossato lo “chador” anche per noi .

Fiore Marro begin_of_the_skype_highlighting     end_of_the_skype_highlighting

 Segretario Nazionale

Comitati Due Sicilie

Scuola dedicata a Ferdinando II di borbone

A Scafati si è riscritto la storia, intestata una scuola a Ferdinando II

di Fiore Marro


Caserta 23 maggio 2010

Ho terso pure io come il giovane Werther una stilla, al calare del panno che copriva la scritta, che inneggiante sopra l’istituto di scuola pubblica è stata intitolata a Ferdinando II di Borbone, gli occhi del mio attiguo, l’immarcescibile e immancabile cavalier Giovanni Salemi, mentre riecheggiava maestoso l'inno di Paisiello, erano invece lucidi di gioia, chissà cosa ha pensato da la sù il nostro amato sovrano, certo un poco di balsamo alle tante ferite morali inferte dai soloni risorgimentalisti di tutte le risme, l’avrà senza dubbio avvisato.

Un grande bravo al coraggioso dirigente scolastico Vincenzo Giannone, fautore dell’iniziativa e organizzatore di un interessante convegno nel Teatro San Pietro di Scafati.
Tra i relatori è emersa la figura combattiva, romantica e coinvolgente di Edoardo Vitale, direttore dell’Alfiere, che ha coinvolto il pubblico presente in sala. Un evento di portata storica, svoltosi in un'atmosfera di entusiasmo e commozione, ha ribadito in un comunicato il relatore in questione, che sottoscrivo.

I nostri colori erano rappresentati da Erminio De Biase, Massimo Cuofano e Antonio Amitrano, ottimo momento di dialogo con i responsabili della Lega Sud per Le Autonomie Meridionali di Emilio Dolgetta, buon momento di affratellamento anche con gli amici di Ponticelli del sito Orgoglio Sud, su tutti la figura del mio amico Pietro Golia.
Credo che dopo le azioni identitarie che ci hanno visto protagonisti in questi tempi, tra Sciacca e Risposto, tra Fenestrelle e Valle di Maddaloni, l’evento di ieri è da annotare tra i momenti più alti per noi figli delle Due Sicilie.
Una giornata, quella di ieri in cui ci si è sentiti, in tanti, davvero orgogliosi di appartenere ad un grande, antico popolo, che sia Scafati l’inizio di un nuovo cammino di speranza!

Forza e onore

Fiore Marro

lunedì 6 settembre 2010

Bitonto, L'Alfiere e i Comitati Due Sicilie.

Bitonto, L'Alfiere e i Comitati Due Sicilie.
Di Fiore Marro
Caserta 26 maggio 2010
Che dire, quando davo calci ad un pallone, mi era capitato di ricevere una medaglia, una targa, erano bei momenti, ma erano imprese da piccoli, da ragazzini, riconoscimenti  quasi anonimi per l’anima, ieri a Bitonto, invece , quell’Alfiere ricevuto dalle mani del vicesindaco Damascelli mi ha davvero pervaso l’anima, la testa di pensieri, cose, emozioni, attimi indelebili.
A mio padre, ai miei figli.
Devo ringraziare tutti, sia quelli presenti nella sala consiliare (ad essi ieri ho già ribadito il mio pensiero, il mio “Alfiere” non ha ragione di essere senza di loro), agli altri pure, agli amici di sempre e soprattutto a coloro i quali mi hanno indotto a togliere la maglietta del gregario e costretto a mettere quella dell’attaccante, dico che se non fosse stato per la  loro assoluta negligenza oggi non avrei avuto la possibilità di sentirmi fiero del lungo duro e difficoltoso lavoro affrontato che mi ha ripagato con questo riconoscimento.
C’era Massimo Cuofano per la  Campania CDS, la Basilicata con Gianni Pisciotta, la Puglia con Ezio Spina, Angela Dinuzzi, Cosimo de Gioia, Giovanni Palmulli e signora, Nestore Spadone, Dario Amoroso e poi Filomena Salimbene da New York in nome dei CDS Usa, un altro momento di affratellamento indimenticabile, la nave del dolore e del distacco che ritorna a casa.
E poi gli amici carissimi, Gaetano Marabello, Carlo De Luca e Annalisa Montinaro che sono stati premiati con l’Alfiere come me, Armando, Monica, Nicola e Riccardo Calvano, Umberto Schioppa, Ulderico Nisticò, Isa Schiralli ed altri che mi sfuggono, ma cari uguale.
Ieri è stato bello a Bitonto, abbiamo rievocato la conquista di Carlo di Borbone, ma anche salutato chi perse, ed  è giusto che sia , che si rispettino i vinti, come da tempo chiediamo faccia lo stato italiano nei confronti dei nostri avi.
Onore a chi ha fatto in modo che il tutto si sia svolto nella migliore delle maniere, a Francesco Laricchia.
Il mio saluto finale è per i miei compagni di viaggio verso Bitonto, l’amico, mentore, compagno di mille stagioni, Giovanni Salemi e alla carissima Caterina Ossi, veneta di sangue e di identità, ma amica della storia duosiciliana .
Un evento  grande, entusiasmante, fatto di mani che si stringono, di amici che si ritrovano in nome di una fede, un incontro all’insegna della fratellanza duosiciliana, fatta di uomini, da domani, come spesso accade, si dia pure spazio alla sceneggiata, che sia dato spazio anche alla parodia che certo non trasmetterà il vero senso di una commemorazione, ma che è comunque lo sfogatoio di chi ancora non ha capito che il vento è cambiato .
Forza e onore.

Messina, Naso e la Sicilia CDS









Messina, Naso e la Sicilia CDS







di Fiore Marro

Caserta 27 luglio 2010

C’era la necessità di essere presenti anche in Sicilia, certo, Armando Donato Mozer  e Pino Marinelli , sono dei buoni rappresentanti dei CDS Sicilia , ma essere loro vicini era ed è un dovere ed anche un vero piacere.

Così domenica 25 luglio, grazie anche all'apertura di una nuova sezione, a Naso, in provincia di Messina, ad opera di Katiuscia Cormaci e Vincenzo Taranto, il sottoscritto e Davide Cristaldi, in veste di dirigenti nazionali, abbiamo accettato l’invito ad essere tra gli ospiti della presentazione di Naso come anche alla “spedizione” organizzata a Messina, da Mozer, alla ricerca del telegrafo ottico borbonico , nominato “Reginella”.

Ho avuto modo, finalmente, di  poter stringere la mano, ad Armando Mozer, che tiene alto il nome dei CDS Messina, specie nell’allestimento della commemorazione della caduta della Cittadella di Messina.

A Messina abbiamo conosciuto, anche il più giovane degli iscritti ufficiali dei CDS, il giovanissimo, Giovanni Arigò, pupillo del nostro rappresentante provinciale messinese.

Ottima la compagnia identitaria di  Messina, tutte persone molto interessanti, mi è d’obbligo citare tra gli altri, Stefano Bello, che per amore delle sue origini, ha lasciato il Veneto per venire a vivere in Sicilia,  terra di estrazione della sua famiglia ed il cordialissimo Riccardo Ramaglia.

Una splendida mattinata, passata tra i monti Nebrodi, tra lezioni di storia borbonica e nuove considerazioni sul futuro meridionalista .

Un grazie ad Armando Mozer per avere scelto di stare con noi.

La presentazione della sezione CDS di Naso, è stata una delle tante gioie che dal 2007 ad oggi, noi che decidemmo di costituire i Comitati Due Sicilie, abbiamo assaporato.

Sono stato ospite dei dirigenti locali, davvero non ho parole per ringraziarli, di tanta generosità e tanto garbo, classico dei siciliani anche se la “pasionaria”  Cormaci, ci tiene a sottolineare la sua origine calabrese.

Si è parlato, nel corso della presentazione del gruppo CDS Naso, di “tradizioni borboniche di Naso”,

Tra i relatori, la dottoressa Alessandra Grasso che ha esposto le Due Sicilie, in maniera davvero lucida e reale, un grande brava a lei.

Filippo Rifici, l’altro relatore, ho avuto modo di conoscerlo la sera prima, un giovane pieno di voglia di fare, tanta volontà, al servizio della Sicilia e spero anche delle Due Sicilie.

Naso è diventata casa mia, per la familiarità con cui sono stato trattato dai cari Vincenzo e Katia, ed anche dalle persone presenti alla conferenza.

Quando le luci della sala si sono spente, ed è calato il silenzio sulla splendida serata nasitana, io e Davide  Cristaldi, ci siamo lanciati un’occhiata complice, che in sintesi, spiegava la sorpresa e la gioia di chi, per gli applausi e le pacche sulla spalla dei presenti all’evento, aveva scelto una strada alternativa, alternativa al  gigionismo meridionalista, strada fatta di concretezza e abnegazione, senza proclami vuoti e assurdi e senza la tecnica della politica degli annunci, lealtà e realtà è la strategia dei CDS,ed  i frutti cominciano a maturare, in Sicilia come negli altri posti.

Forza e onore

Fiore Marro

In fondo alla notte c'è ancora ed ancora...

In fondo alla notte c’è ancora ed ancora…       

Fiore Marro
Caserta 5 Settembre 2010   

Non credo che la situazione dal punto di vista duosiciliano- meridionalista sia messa male, anzi.

Questo brulicare di movimenti e sodalizi sparsi in giro per il Sud ed il resto dell’Italia è in assoluto sintomo di vitalità, di voglia di operare e di esserci.

Non è certo la non partecipazione alle urne elettorali nazionali che può frenare la lunga corsa delle congregazioni del Sud che si moltiplicano e prolificano da qualche tempo a questa parte.

Nel lasso di questi ultimi momenti quasi tutti quelli che masticano l’identità ed il credo duosiciliano hanno trovato la loro personale collocazione, i loro amici di cordata ed i leaders da seguire, questo è a mio avviso un grosso passo avanti, un punto indispensabile per proseguire il viaggio verso la meta di liberazione del popolo duosiciliano.

Un esempio su tutti di ciò che affermo è il gruppo della diaspora duosiciliana di Roma che immodestamente ho aiutato in questi anni a tirare su ed a farlo crescere come drappello ma che come azioni poste in essere latitava . Credo che questa mancanza di azione sul territorio  era data dalla mancanza di senso di appartenenza nell’associazione che in prima persona avevo fatto confluire questi nostri compatrioti ed oltre ciò era pure  la mancata riconoscenza verso il ruolo di leadership che per tempo dedicato alla crescita del gruppo mi ero involontariamente ritagliato.

Nei due anni trascorsi a costruire il raggruppamento si è discusso di tutto e di più perfino sul sesso degli angeli, senza però tirare mai un ragno dal buco ora che finalmente la comitiva ha trovato la giusta collocazione ed i legittimi capofila i nostri amici “romani” hanno nel giro di pochi mesi attuato con grande senso del dovere azioni sul territorio ed allestito siti internet . Mostrando tra l’altro una buona dose di collegialità e di comunitas, tutto stava a trovare il progetto a loro più consono per dare finalmente sfogo alle loro peculiarità .

Questa situazione naturalmente si è ripetuta anche attorno al nostro movimento dei CDS , chi per mancanza di punti di riferimento o per poca predisposizione verso i dirigenti nazionali dell’unico vero movimento esistente duosiciliano almeno fino all’altro ieri, non dava forti contributi ma  nel momento che si è sentito parte attiva del progetto dei Comitati ha dato “fuoco alle polveri” dando una forte spinta alla crescita del sodalizio , nato tra l’altro solo pochi mesi fa, fra i tanti non posso non citare oltre al nucleo storico casertano anche i vari Giulio Larosa, Pasquale Pollio, Antonio Avano e Davide Cristaldi che hanno e stanno tirando la “carretta” in maniera quasi commovente per contribuire alla crescita che è costante del movimento di Vozza. Certo un piccolo vantaggio lo si è avuto dal fatto che Napoli è parte attivissima e battagliera attorno all’idea dei Comitati e Napoli è la capitale delle Due Sicilie e senza Napoli non si sfonda, ma questo credo sia dato più da un fattore fortunato che da capacità specifica dei promotori dei Comitati Due Sicilie. Comitati che hanno aperto un varco anche in uno dei siti storici borbonici più cari cioè Pontelandolfo, Comitati che stanno creando una forte sinergia con l’editoria napoletana duosiciliana certamente riconosciuta ed apprezzata per la qualità e la produzione letteraria prodotta in abbondanza ed a iosa negli ultimi anni, ricevendo così anche le certificazioni necessarie per proseguire quella crescita che serve per contare non solo tra la gente ma anche fra i salotti buoni della intellighentia  meridionale.

Anche per questa  mia immodesta deduzione credo che l’unità tra le parti non sia possibile, perché se è pur vero che l’idea è a Sud per tutti noi è anche ed assolutamente vero che le estrazioni sociali, le provenienze e  la visione politica e le strade da percorrere per raggiungere il fine della libertà duosiciliana non sono uguali così che mettendo insieme queste innegabili diversità ci si può ritrovare ad avvolgersi su se stessi senza mai spiegare il bandolo delle tante matasse che volente o nolente ci attanagliano .

Rimane naturalmente la voglia di non pestarsi i piedi ne di intromettersi nelle cose altrui questo almeno da parte nostra, restano purtroppo annidate  tra le nostre cose tali figure che andrebbero soppresse anche fisicamente se fosse possibile farlo, schegge impazzite che oltre al trastullo degli schioppi a salva e dei titoli militari appezzottati e dello pseudo giornalismo anonimo ed abulico se non disinformato e visionario  hanno negli ultimi tempi scoperto anche il diversivo del discredito altrui, rendendo un cattivo servizio al mondo borboniano tutto, creando dispiaceri, malumori ed allontanamenti specie tra quelli che da poco si sono avvicinati alle vicende storico politiche del cosmo duosiciliano.

L’invito ai soci ed ai simpatizzanti dei CDS  in questo caso è di non scendere ad uguale livello e fare spallucce, il tempo darà ragione a chi ne ha, le cernite diventano in tutti i casi fisiologiche, sarà solo il tempo di aspettare, in fondo al giorno viene la notte, in fondo la notte c’è ancora ed ancora…

Forza e onore

Fiore Marro

sabato 4 settembre 2010

Pontelandolfo 2010: Fede, maturità e appartenenza

Pontelandolfo 2010: Fede, maturità e appartenenza

Di Fiore Marro
Caserta 15 agosto 2010
Attorno ad alcuni fondatori dei Comitati Due Sicilie, ieri a Pontelandolfo, si sono riuniti una buona parte di giovani duosiciliani, provenienti da molte regioni. Erano presenti molti coordinatori, quelli di Salerno, della Puglia, della Basilicata, di Napoli, del Lazio e di Caserta.
La mattinata era cominciata con la telefonata di Giovanni Salemi, che al solito mi ha messo di buon umore e mi ha caricato allo stesso tempo.
Poi il viaggio da Caserta alla volta di Pontelandolfo, con il buon Carmine Posillipo a fare da pilota, e con Andrea Casiere e Michele Fantaguzzi, da recuperare alla stazione, per poi avviarsi definitivamente verso la meta della giornata.
C’è sempre tensione quando si organizza un evento, una sorta di angoscia che nasce, personalmente, dal fatto che le cento pistole puntate contro non aspettano altro che potere esplodermi addosso, per appagare l’astio, il rancore, una certa paura di essere totalmente annientati dal nuovo che avanza.
Ma la tensione è svanita in pochissimi attimi, perché, il lavoro, la passione e la serietà pagano, sempre.
Grande giornata, davvero.
Certo l’incontro allestito rimane una commemorazione, una rimembranza magnificamente  esposta da Massimo Cuofano.
La passeggiata, dura, prosegue fino al fiume, luogo degli scontri tra Cosimo Giordano e i bersaglieri è stato il culmine della mattinata.
Poi durante il ristoro, la consueta, oramai ben collaudata conferenza aperta a tutti i presenti.
Momenti toccanti, fraterni, tutti partecipi, tutti protagonisti nessuna comparsa.
Dal più giovane, Peppino Cerchia di 17 anni a qualcuno un pò più adulto come Davide De Maio .
Una carrellata di idee, prospettive, propositi, emozioni che sono state la punta alta dell’intero pomeriggio.
Tra gli altri non posso non citare pure Fernando Riccardi, Angelo D’ambra, Alfonso Vellucci, Luigi Costantino, Rosaria Nappa, Italo Valente, Ezio Spina, Gianni Pisciotta, Silvio e Iulo Iannace, La banda Calvano, i Palmulli, Nestore Spadone, il mio amico Francesco Egizio, Alfonso Pergolesi, Angela Dinuzzi e tanti altri che ringrazio profondamente.
Grazie agli amici del Borgo Cerquelle, che sembravano davvero dei nostri, da sempre.
Protagonisti di una probabile riappacificazione con l'amministrazione comunale di Pontelandolfo , per dare modo di organizzare l’evento del 2011, più ampio.
Il mio pensiero, era rivolto a chi, nel 2008 era presente, alla prima edizione di questa giornata del ricordo, a questa Marzabotto delle Due Sicilie, a loro che ci hanno lasciati, a Mario Moccia, al professore Pasquale Cervo, al “sindaco” di sempre di  Ponteladolfo Pinuccio Perugini e alla mamma di Massimo Dentice, se ci siamo riuniti è anche grazie a loro.
Forza e onore
Fiore Marro

Il Dodo antesignano dei Duosiciliani

Il Dodo antesignano dei Duosiciliani

di Fiore Marro

Caserta Sabato 4 settembre 2010
 
I duosiciliani sono i veri discendenti del Dodo.
Qualche tempo fa, un mio amico napoletano (Alessandro Cascone) lanciò un articolo su FB, nel quale mi riconosco in pieno.
Prendendo spunto dal suo articolo , riscontro molto del mio stato d’animo confrontato al mondo al quale ho scelto di aderire.

Se si ricerca su google la parola “dodo” una pagina interessante è offerta dalla solita enciclopedia on line wikipedia. I dodo erano uccelli che vivevano nell’isola di Mauritius ed al pari delle galline non volavano anche se a differenza di queste non avevano gustose carni per cui godevano di una relativa tranquillità. Nonostante ciò si sono estinti alla fine del XIX secolo.“Era inetto al volo, si nutriva di frutti e nidificava a terra.” In pratica era nato perdente.
Anche una gallina è inetta al volo e nidifica a terra ma complice le sue gustose carni è sicuramente un’animale non a rischio estinzione, basta vedere i tantissimi e popolatissimi allevamenti sparsi per il mondo a tutte le latitudini e longitudini, anche se ogni tanto qualche virus ne decima qualche milione di esemplari.
Il dodo inizialmente volava ma poi stanziatosi alle Mauritius avrebbe perso l’attitudine al volo complice un ambiente favorevole, la scarsità di predatori abituali e il clima, in pratica una gran bella vita che offriva la possibilità di limitare spostamenti e migrazioni. Fu così che questi uccelli subirono nel tempo una progressiva atrofizzazione delle ali, e oltre a una modificazione nelle abitudini alimentari con una propensione verso un'alimentazione "a terra" anche delle modifiche alla loro struttura fisica sia relativamente agli arti anteriori e il becco sia le sue dimensioni che aumentarono dai 35 cm di lunghezza ai 50 cm e oltre di quando furono registrati gli ultimi esemplari. Il peso di questi animali si attestò addirittura attorno ai 25-30 kg, d'altronde si sa la vita comoda riempie.
Le dimensioni notevoli lo resero, pertanto, un uccello per lo più stazionario, quindi legato molto al suo ambiente.
 Da qui nacquero i problemi per lo pseudo volatile. A seguito infatti dell’arrivo dell’uomo alle Mauritius, paradisi, seppur non ancora anche del tipo fiscale, furono introdotte nel loro habitat specie alloctone che ne misero in crisi la sopravvivenza sia predandoli sia mangiandone il cibo.
Tali specie alloctone erano costituite da cani, maiali, e topi.Secondo alcuni studiosi a favorire la loro estinzione sarebbe stata anche la loro scarsa difendibilità della prole. Sebbene infatti il sapore delle carni di questo uccello non fosse particolarmente gradito ai discendenti dalle scimmie, le uova restavano invece comunque commestibili, anche per alcune delle sopracitate specie antagoniste. In pratica i futuri “figli” dei dodo non riuscivano più nemmeno ad uscire dal “guscio” compromettendo così inesorabilmente e ineluttabilmente ogni eventuale forma di ripresa evoluzionistica come ad esempio riprendere a volare e ridepositare le proprie uova non a terra, d'altronde in natura è proprio la capacità di adattarsi alle situazioni che ha permesso la sopravvivenza di molte specie.
Purtroppo la vita comoda e senza problemi che avevano condotto i dodo fino ad allora, a prescindere se fosse stata reale o illusoria, aveva anestetizzato completamente le loro capacità intellettive complice anche l’ignorare che spesso una vita comoda e senza problemi non è altro che la parte alta di una sinusoide che periodicamente sale e scende, e scende soprattutto quando a causa della globalizzazione arrivano altre specie a visitare i propri territori.
Ma i dodo non erano molto ferrati in politica economica.La storia dei dodo non è ovviamente un’invenzione ma una storia vera, una storia che fa riflettere, almeno a me ha fatto molto pensare lasciandomi tra l’altro con un dubbio amletico: “ma se l'uomo discende dalla scimmia perchè gli italiani discendono dai dodo ??
I duosiciliani sono i veri discendenti del Dodo.
Scrutando lo stato meridionalista che mi circonda, gli urlatori,i giggioni,le ballerine di prima fila, i Rasputin fai da te,i servitori dello stato italiano assurti a paladini dell’indipendentismo sudico ,  sento sempre di più riconoscere la maggioranza meridionalista  in una sorta di  Dodo, belli grassi e panciuti, non tanto nel corpo ma di sicuro nella mente.
Altrimenti non si è costretti a lottare per essere veri, ma vuoi vedere che dire la verità, che realizzare un tentativo progettuale e non esaltare il proprio ego ma impegnarsi invece per la giusta Causa di liberazione, con ogni mezzo diventa  peccato? Da quando essere realistici è diventato un difetto? 
Davvero siamo diventati tutti dei  Dodo?
Alla gente del sud, pare non interessa la verità ma ascoltare e farsi raccontare  ciò che ama sentirsi dire, il guaio che non siamo alle Mauritius ma relegati nel buco del mondo, dove sognare non costa niente, ma i sogni muoio all’alba e la nostra alba è finita 150 anni fa.
La storia come dice Alessandro è maledettamente seria e quella delle Due Sicilie drammatica e sofferente, l’unica speranza per il bene della mia antica amata Patria è che i sudichi travestiti da Dodo vengano presto trasferiti verso altri lidi, la domanda è: trasferiti da chi?
Povera Patria!
Forza e onore
Fiore Marro.

FRONTE ETICO

FRONTE ETICO
di Fiore Marro

Caserta 5 luglio 2010
L'interessante passaggio di Sergio Romano mette a fuoco la crisi di un sistema politico che può colpire tutti i regime compreso il comunismo che è caduto senza una guerra o una rivoluzione.
Quando un organismo si sclerotizza non c'è molto da fare per farlo sopravvivere.
Per reagire occorre mantenere alta la tensione con idee guida che facciano presa nel popolo.
Sulla questione cialtroni purtroppo al meridione siamo ancora all'anno zero, anzi azzarderei il pensiero che in questi ultimi tempi SU QUESTO FRONTE ETICO siamo andati indietro come i gamberi.
Non mi riferisco alla sola politica, tutto il sistema sud, se lo si vuol chiamare sistema, è al palo.
Da noi sembra in voga la selezione del peggiore in tutti i campi.
C'è il trionfo del nepotismo, anche nelle svariate e misconosciute associazioni sudiche, non mene vogliano gli "innamorati a tutti i costi" del Sud.
La verità bisogna dirsela e d'altra parte credo che nessuno nell'ambito dei Comitati Due Sicilie debba difendere rendite di posizione...
Il meridione o per un verso o per l'altro presenta uno scenario di incompetenze diffuse, di assenza di spirito di servizio, di corruzione rampante.
Certo è un quadro comune in parte all'Italia ed anche all'Europa ma la nostra condizione non lo può tollerare.
Questi mali non sono atavici o perenni, non credo nelle età dell'oro ma certamente quella che viviamo è quella della m-----a.
Il nostro paese è stato corrotto da mali complessi e dalla voglia di arricchirsi.
Forse il momento topico è stato il dopoguerra con il bacillo della criminalità inseritosi a Napoli sulla scia dei Liberator (quelli stelle e strisce), forse si è aggiunto il terremoto e le sue sciagurate fonti di arricchimento per alcuni.
Sicuramente ha influito la partitocrazia corrotta che si è saldata con la camorra.
Fatto sta che l'anarchia e l'individualismo più beceri si sono diffusi mentre soffriamo dell'assenza di una classe dirigente vera, chi si fregia, maldestramente ed in maniera indebita di questo ruolo, nel mondo meridionalista, non ha mai dato vera prova di essere all’altezza del compito, dando segnali raccapriccianti, rivelando una pochezza, addirittura peggiore di chi oggi occupa il ruolo in maniera indegna, come dire, si passerebbe dalla padella alla brace …
Colpa del colonialismo sicuramente ma anche del nostro vivere quotidiano senza radici ed ideali.
Nessuno oggi insegnerà un altro popolo a riscattarsi. 
Forza e onore