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martedì 31 maggio 2011

E magari Partenope ha pure ragione.

Caserta 31 maggio 2011

Il dato importante che emerge dalla tornata elettorale di Napoli, in occasione del ballottaggio per il Comune di Palazzo San Giacomo è che la camorra è finita , altrimenti non si può spiegare il dato e la vittoria dello Sceriffo del Vomero.
Gaudium magnum.
Certo che il 26,38% di elettori pari 264.730 in una  città come Napoli è abbastanza scarno per affermarlo ma non ci sono storie, è stata debellata la camorra e i suoi derivati, adesso possiamo finalmente tornare a dormire con le porte aperte.
Meno allegra è a mio sommesso avviso  la situazione del credo duosiciliano filo borbonico o almeno indipendentista .
Non sarà certo chi elogia Mazzini o magari Mameli o  peggio ancora i traditori del 1799, che potrà mai dare un vero contributo di liberazione del territorio duosiciliano.
In fondo c’è da aspettarsi  tutto ciò, basta sentire la loro passione unitaria, l’amore per il tricolore, il senso dello Stato che li coinvolge contro la deriva leghista e contro quei quattro scalcagnati neo – borbonici giù a sud , le belle voci  del molisano Antonio Di Pietro, di Roberto Saviano , patetica quella lettura del giuramento della Giovane Italia,  quel gran simpaticone di Marco Travaglio il capo Pipì del giornalismo da salotto , senza certo dimenticarsi del salernitano Michele Santoro e del simpaticissimo Roberto Benigni, veri scardinatori dell’ attuale  sistema Italia , ma sempre in funzione dell’Italia.
Adesso però dallo scherno, dalle battute di Grillo alle vignette di Vauro bisogna occuparsi della cosa pubblica, si deve procedere per  amministrare la Res publica, anche se gli italiani hanno  già avuto in questi ultimi  18 anni l’assurdità di essere stati governati da un menestrello travestito da politico e  con i risultati che tutti conosciamo, per  essere garbati: una chiavica di risultati.
Ora anche per De Magistris la faccenda si fa  seria, si passa dalla spensierata fanciullezza senza responsabilità ad agire da adulti, cosa che molte volte diventa un trauma e  O’ Sceriffo stavolta non avrà certo la scusa che aveva da magistrato e cioè di non essere riuscito a chiudere nessuna sua inchiesta per via degli ostacoli che gli  procuravano taluni suoi superiori, stavolta non avrà nessun ostacolo, buon lavoro a lui e a chi ha creduto in questa scommessa. Ai  Napoli - centrici dico semplice Orate fratres ,  ne servirà molta.
Ciò  che non  comprendo, a questo punto, è l’esultanza di chi si professa meridionalista, questa gioia  per gli unitaristi che a me rimane incomprensibile, ma sarà colpa delle mie scuole basse, oppure meridionalista per taluni è forse solo un semplice ossimoro, un camuffare una natura ideologia che visto l’enorme fallimento mondiale viene nascosto con una voce troppo importante per essere  fagocitata in questo modo.
Certo dopo oltre un decennio di lotte identitarie ritrovarmi ad essere con gli altri amici CDS e Insorgenza Civile  la voce dello scarno 0,24% dei napoletani significa che il prodotto da noi offerto  non è nè conosciuto nè commestibile, oppure, più semplicemente, che Napoli se ne frega di liberarsi.
E magari Partenope ha pure ragione.
Questo nostro fallimento elettorale va analizzato come giusto che sia, non è da noi fare gli “struzzi” .
Forza e onore
Fiore Marro. 

martedì 17 maggio 2011

Ripartiamo da quel che abbiamo ottenuto













di Fiore Marro
Caserta 17 maggio 2011
Non avevamo poteri forti alle spalle, nè un partito politico radicato che ci appoggiasse.
La nostra era un’idea  nuova e al servizio del Sud.
La nostra, la mia sarà e rimarrà la stessa idea fino alla fine dei miei giorni.
Per quel che riguarda Napoli, lascio spazio di argomentazione e di riassumere i fatti  a chi più di me si è dato da fare.
 Mi auguro che non ci sia troppa delusione. Io sono fiero di questo risultato e di questa battaglia.

Talmente tanto fiero, che per le prossime iniziative sul mio territorio, le liste politiche da me allestite o con le quali collaborerò saranno solo Insorgenza Civile .
Agli amici di Insorgenza dedico un unico pensiero: Dicè e i suoi hanno sdoganato il meridionalismo , allontanandolo da pazzarielli e folclore che rendono tanti danni alla lotta di liberazione nazionale duosiciliana, ed a loro va il mio più sentito ringraziamento.
Comincio col ringraziare gli uomini e le donne e i ragazzi che si sono messi a disposizione come rappresentanti dei CDS candidandosi in Insorgenza. La compattezza e il senso di appartenenza a un progetto comune sono stati eccellenti.
La mia candidatura a San Nicola è stata una vera Caporetto. Nonostante la vittoria della lista civica dove ero candidato (che è arrivata quarta dietro PDL, PD E UDC) il mio risultato non è stato certo quel che mi auguravo né un vanto quindi da esporre. La piccola pattuglia CDS ha però funzionato, a partire dai 4 rappresentanti di lista , Antonio Grillo, Fabrizio Sorrentino, Francesco Aruta e Pietro Casale, proprio a Casale. Ma a suo padre , il veterano CDS Nicola Casale, sento il dovere di chiedere venia. Cinque anni fa aiutai a suo discapito chi invece si è rivelato  in questa occasione una assoluta delusione, sotto il profilo morale e umano, calpestando anni di amicizia e di collaborazione, un ulteriore sconforto intascato nell’infinito mare magnum  degli ignavi.
I nostri voti a San Nicola  sono voti ideologici. Quindi non posso fare altro che ringraziare chi ha creduto in me. Tutto sommato non devo lamentarmi. Nei paesi il voto è tribale, di famiglia o di partito nazionale , ed io non ho nessuno a San Nicola come famiglia. La mia era una lista civica e non un partito riconosciuto. La mia battaglia è una chiara appartenenza  sudista. Allora  ripartirò da quel gruzzoletto di consensi ricevuto. I miei voti sono prettamente concettuali, quindi meridionalisti. Immaginate dove si potrebbe arrivare se in ogni comune del sud ci fossero una trentina di persone meridionaliste....
Non ne servirebbero molti. Una trentina di figli del sud. Non giustizialisti. Non urlatori. Non violenti nè prevaricatori. Ma gente vera e onesta, con la sana idea di costruire un sud migliore.
I numeri in questo momento dicono il contrario, ma io oggi ho aggiunto altre tacche sul manico del mio “fucile identitario”
La strada è lunga ma noi ci proviamo. Per i miracoli cercheremo di attrezzarci.
Forza e onore
Fiore Marro.

lunedì 2 maggio 2011


Intervista di Fiore Marro e Nando Dicè durante la trasmissione Overbook su Radio Città Aperta condotta da Enzo Di Brango