www.comitatiduesicilie.org

lunedì 25 luglio 2011

Il silenzio colpevole e assordante degli amministratori comunali.

 di Fiore Marro
Caserta 25 luglio 2011
 
Anche  davanti alle più terribili sconfitte fisiche e morali , la nostra gente  ha comunque e sempre una dignità commovente, una reazione straordinaria alle avversità.
A Maddaloni ho assisto ad uno di questi momenti  , mi sono sentito orgoglioso di questi ragazzini, di queste donne che non si arrendono al sopruso, all’abbandono e alla miseria terrena.
I Lazzari non hanno mai abbandonato la speranza, nonostante lo sterminio subito.
Nel Rione San Giovanni della storica cittadina casertana c’è una  villetta comunale totalmente abbandonata  al degrado e a se stessa,  sono stato spettatore di ciò che affermo, ma l’ episodio che segue la dice davvero lunga sulla voglia di vivere decorosamente da parte della gente di buon senso che vive nelle nostre contrade, individui abbandonati a loro stessi e alle loro angosce senza fine.

Ho visto bambini , donne e genitori lavorare per rimettere in sesto un luogo forse l’unico nella zona, dove poter rifugiarsi dal caos cittadino, uno spazio dove piccoli , mamme e anziani dovrebbero essere messi in condizione umane , dove sostare e rinfrancarsi e che invece il silenzio colpevole e assordante degli amministratori comunali la fa da padrone.  
Il luogo è davvero improponibile , panchine divelte, bagni rotti, altalene distrutte,  corrente elettrica a vista di tutti, erbacce, munnezza , topi.
Perché accade questo? A chi giova questo degrado? Dove sono gli amministratori?
Una casta senza vergogna quella dei politici nostrani,che ha spinto questi cittadini a farsi netturbini e operai , giardinieri e imbianchini della cosa pubblica, una lezione di buon vivere ad una casta quella politica  che ha toccato il fondo senza sorta di discontinuità.
Le avvisaglie del gesto degli abitanti del Rione San Giovanni è un campanello d’allarme al malessere che sta pervadendo l’intera città maddalonese ma che si sta comunque  diffondendo nell’intero  meridione d’ Italia.
Faccio un appello al sindaco del comune di Maddaloni e al presidente della Provincia di Caserta di prendere  seri provvedimenti per ripristinare la villetta in questione, unico momento di ritrovo e pace dei cittadini della area in questione.
Per inciso i residenti della zona stanno raccogliendo firme per far presente la questione a chi di dovere.
Fiore Marro


venerdì 22 luglio 2011

Una aggregazione si, ma seria.

di Fiore Marro
L’Italia ha 150 anni e li dimostra tutti. La nazione di papà con il tricolore nel sussidiario e le filastrocche patriottiche all’asilo non c’è più. Il tempo in cui i napoletani ardevano di spirito dannunziano con Scarfoglio nazionalista, è una curiosità per studiosi. E’ lontano l’idillio patriottico in orbace che faceva di Napoli il porto dell’impero di faccetta nera, un sogno seppellito dalle bombe degli americani.
Gli italiani si sono divisi dopo la guerra senza il sentimento di unità di destino nell’universale di cui parlava Josè Antonio Primo De Rivera, senza quel plebiscito quotidiano che faceva la nazione.
Vani sono gli sproloqui di Napolitano come erano patetici gli sforzi di Ciampi e Pertini. L’Italia s’è rotta nell’arroganza egoistica del nord ma anche nel nichilismo delle classi dirigenti del Sud. E’ una semplice constatazione dello stato di fatto quella che facciamo: l’Italia è una espressione geografica che mantiene per inerzia la sua sovrastruttura.
Le politiche ideologiche sono venute meno e con esse ogni solidarietà trans regionale. Esiste solo la politica territoriale e la lega ha il merito di averlo espresso senza infingimenti
Noi invece al Sud viviamo in bilico tra astrattismo pseudo politico e clientelismo affaristico. Alcuni rincorrono le chimere ideologiche senza comprendere che i fantasmi del socialismo, del comunismo,del fascismo sono spettri vuoti nello scenario meridionale, altri pensano a riempirsi le tasche senza scrupoli.
C’è anche un sentimento strano che pervade molti meridionali, una sorta di iperrealismo che ritiene troppo concreto e ragionevole lo status quo, fatto di stato, istituzioni, unità nazionale, etc. Per costoro l’irrazionalità bossiana è inconcepibile perché metterebbe in discussione le certezze storiche fatte di impieghi pubblici (per chi ce li ha), di rappresentanze politiche tradizionali, di bandiere ed inni, di sicurezze (apparenti) del simulacro di stato che regge le sorti del paese o di una sua parte.
Purtroppo per quanti sono al palo degli avvenimenti, gli scenari rassicuranti degli anni del dopoguerra sono finiti e la situazione è mutata.
L’irrazionale accoppiato al concreto, al terragno, l’elemento conio ha preso il posto degli schemi illuministici o tardo apollinei. Occorrono nuovi metodi e nuove analisi. La persistenza degli aggregati mantiene in vita ancora lo stato italiano in maniera meccanica e pensare a scissioni non risulta realistico anche per la modestia attuale del movimento del comitato duosiciliano.
L’unica scelta strategica è quella di alimentare e far crescere una forte componente culturale, sociale e politica che influenzi e determini scelte a favore del Sud ed a difesa dei meridionali ovunque residenti. Per fare questo occorre forza, studio,continuità e credibilità.
Una aggregazione ma seria a difesa dei diritti dei nostri corregionali, campagne di autostima per il meridione, scelte programmatiche ed obiettivi incalzanti sulla classe dirigente (sic), manifestazioni di piazza ma anche la presentazione ed il perseguimento di piani di elaborazione economica, produttiva e sociali .
Vogliamo una scuola seria per i nostri giovani dove non ci sia il gap che ci mette a mal partito con l’Europa, vogliamo infrastrutture per il territorio, vogliamo tutela per l’agricoltura, sbocchi professionali per i nostri giovani, servizi pubblici con standard europei, il tutto in una strategia di rinascita del Meridione. Questi obiettivi sono essenziali alla nostra sopravvivenza come entità geopolitica e dobbiamo portare l’accento su tali argomenti.
La gente deve capire che bisogna uscire dal guscio e mettersi alla prova per il futuro della nostra terra. Per questi risultati occorre toccare tutte le corde da quelle attivistiche a quelle intellettuali. Il Sud ha bisogno di forza per meritare rispetto, questa è la parola d’ordine.
Molti criticheranno questa impostazione che riterranno speculare alla Lega ma noi avremo la risposta pronta nella necessità di una difesa organica del nostro interesse in una politica degli interessi. Il mondo sta tornando all’epoca di ferro non c’è posto per soste o inadeguatezze. Le inerzie, i voli pindarici e le false aspettative si pagano con la fine di ogni prospettiva per i nostri figli.
Fiore Marro

lunedì 18 luglio 2011

Intervista con Fiore Marro: Presidente Nazionale dei Comitati Due Sicilie

INTERVISTA CON FIORE MARRO: PRESIDENTE NAZIONALE DEI COMITATI DUE SICILIE
L’incontro di questa settimana con un illustre concittadino Sannicolese: Fiore Marro che è il presidente nazionale dei comitati due sicilie. 
La prima domanda nasce spontanea: che cosa è questo Comitato e di cosa si interessa?
E’ un movimento di opinione non politico che tende a mettere insieme le persone di buon senso che amano il proprio territorio per dare voce e futuro al sud e per il sud.
Dal nome del comitato sembrerebbe qualcosa di nostalgico?
Assolutamente NO, ma il nostro Sud è rimasto unito per oltre settecento anni prima dell’avvento Savoiardo, noi non vogliamo tornare indietro ma almeno chiarire il ruolo importante giocato dal nostro Sud nell’unità d’Italia e per dare una precisa connotazione geografica oltre che storica.
Pensa che da alcuni documenti storici risulta chiaramente che l’unità d’Italia è costata più al Sud che al nord, pensa che al momento dell’unità d’Italia su 668 milioni di lire il sud ne ha stanziati ben 443 – l’Italia è stata fatta con i soldi del sud.
Ma come è nata in Fiore Marro questa passione per la storia borbonica?
Come tutte le passioni è nata un po’ per caso, attraverso la lettura di un libricino che mi è capitato tra le mani un po di anni fa, poi uno studio e una ricerca più approfondita mi ha fatto conoscere tanti appassionati di questo periodo storico fino a diventare oggi il presidente nazionale di questo movimento.
Io so che tu hai pubblicato anche qualche libro su queste tematiche?
Si, ho pubblicato un primo libro qualche annetto fa dal titolo : “Un’anima divisa in due” e il primo Agosto uscirà un nuovo volume dal titolo “La fine dei vinti”, che è la storia processuale di quattro briganti, uno dei quali è un ex commissario di polizia borbonica “Giovanni D’Avanzo” incarcerato dai Savoia per essere stato troppo ligio al dovere nel suo lavoro di Commissario di Polizia. Poi ho scritto anche qualche commedia teatrale sempre sul tema del brigantaggio.
Credi francamente che nella situazione attuale dell’ Italia, per il sud ci sia ancora una speranza?
Poche speranze... forse l’unica possibilità è una grande rivoluzione culturale per creare una classe dirigente che nel futuro possa portarci fuori dall’attuale pantano....un’utopia? Chissà !
Se volessimo chiudere questa intervista con un messaggio di speranza per i nostri lettori?
Si, potremmo chiudere con una frase che i nostri comitati hanno preso in prestito da Thomas More: “E’ bene dare un poco a tutti che molto a pochi”.
Ringraziamo Fiore Marro per il tempo che ci ha dedicato, e per chi vuole approfondire l’argomento c’è il sito comitatiduesicilie.org
Antonio Miele
L'intervista alla pagina 15:
http://www.sabatononsolosport.it/16luglio2011.pdf

mercoledì 13 luglio 2011

Fenestrelle oscure

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
di Fiore Marro
Caserta 11 luglio 2011
Per il turista che scende dall’Europa o che giunge dalla Paludania: Fenestrelle risulterà un luogo suggestivo, a tratti anche romantico, immaginando cavalieri e donzelle che un tempo si rincorrevano.
Non per noi, che nostro malgrado abbiamo scoperto l'aspersione di sangue meridionale in quel posto abbarbicato nella Val Chisone, sangue versato in virtù di un giuramento fatto alla Patria duosiciliana e non ripudiato anche a costo della vita.
In quella calda mattina di sabato 9 luglio più ci avvicinavano al forte più ci attanagliava l’angoscia, un senso di oppressione e di dolore fisico ci ha accompagnato fino alla cella adibita a luogo di preghiera per le povere anime perite in quel sito maledetto.
Nella stanza del carcere sabaudo, dove è stata spostata la targa che ricordava l’atto eroico dei soldati delle Due Sicilie, posizionata prima nel centro della fortezza, Mariagiovanna Ferrante ha ricordato nome e cognome di alcuni di loro, di giovani militari napolitani che si immolarono, preferendo il martirio allo spergiuro, l’onore alla vergogna del tradimento, mentre ad uno ad uno venivano elencati i nomi dei nostri piccoli grandi eroi duosiciliani, una voce fuori campo, spontanea rispondeva: “Presente!”.
Poi la poesia di Antimo Ceparano a loro dedicata letta dal nostro Antonio Gambini ha reso alto un momento già toccante e indelebile.
Naturalmente oltre a nostri militari il mio saluto di commiato era rivolto a chi, in questi anni di ritrovato orgoglio, ha dato o cercato di dare forza e dignità alla nostra gente, un saluto a Mario Moccia, deceduto nel 2010 e che nel 2008 volle esserci a Fenestrelle nonostante i suoi problemi fisici, si avventò fino alla piazzaforte per onorare i martiri lì dentro rinchiusi, un saluto l’ho rivolto anche al compianto Nicola Zitara che fu l’autore di quelle incancellabili parole che sono scolpite nella pietra di Trani, pietra che volutamente scelsi come stele, una pietra della nostra terra su cui segnare l'immortale ricordo dei nostri martiri.
Non starò ora ad enumerare tutte le sensazioni che mi hanno accompagnato ma tra tante, la presenza di Lorenzo Del Boca dal primo minuto fino alla fine dell’incontro è una di queste, un grazie di cuore per il continuo supporto morale che un figlio del nord di frequente ci infonde.
La scelta sinergica che da dicembre del 2010 con Insorgenza Civile e con Nando Dicè ci vede legati nelle iniziative continua a dare i suoi ottimi risultati, mai come ieri  l’affluenza all'evento è stata  numerosa come in questa occasione, numeri sempre scarni naturalmente ma non certo le 10 unità degli altri anni.
Abbraccio e ringrazio tutti gli Insorgenti che sabato 9 erano a Fenestrelle con noi, il cammino è lungo e pesante come la salita che ci ha portato fin sopra la cella “borbonica” di Fenestrelle, ma alla fine la strada che abbiamo intrapreso sarà quella vincente.
I miei CDS, miei in senso tutelare naturalmente, da Pater Familia , Mariagiovanna Ferrante su tutti , organizzatrice dell’evento, un grande bravo a lei, ma pure grazie a Davide Cristaldi, Francesca Famà, Alfonso Vellucci, Enrico D’Avascio, Rosanna Brufferio, Antonio Gambini , Antonio Zambri, Massimo Plescia tutti figli del sud trapiantati nella “Terza Sicilia” esponenti al nord dei Comitati Due Sicilie.
Senza dimenticare i Comitati Due Sicilie partiti da sud, come Erminio De Biase, Emilio Barretta e Alfredo Cafiero compagni di viaggio questi ultimi due, che, con immensa pazienza e flemma hanno dovuto sopportare le mie imprecazioni su tutto, lo hanno fatto con fraterna tolleranza, e Mimmo Marazia,da Bari operatore oramai per antonomasia dei fatti riguardanti gli eventi duosiciliani.
Naturalmente un immenso grazie va ai presenti che non ho avuto modo di conoscere personalmente.
Una delle tante considerazioni che ho riscontrato e quella che oramai l’identità ha fatto breccia nella società civile, senza mai dimenticare di ringraziare chi ha aperto il solco. Ieri non c’era il borghese annoiato, che è stato per anni la figura emblematica del mondo meridionalista, ma uomini e donne di buon senso, dipendenti, imprenditori, operai, quelli che ritengo da sempre il motore del mondo, quindi da eterea che era la nostra battaglia sta diventando sempre più reale, consapevole.
Alla fine, comunque eravamo presenti per onorare chi ha tenuto alto l’onore e la dignità di un intero popolo, quello nostro delle Due Sicilie e quindi qualche inevitabile polemica di un qualunque disturbatore presente tra di noi alla conferenza o quelle provocazioni riscontrate a mezzo stampa su qualche testata nazionale che ha voluto etichettarci come leghisti o neo nostalgici non devono per nulla toccarci, abbiamo probabilmente colpito nel segno e quindi “l’avverso” reagisce e anche in malo modo, sono gli ultimi colpi di coda di un mondo ormai in agonia.
La delusione forte invece è venuta dall'assenza dei tanti, troppi e a volte vuoti movimenti sudisti che si autodefiniscono meridionalisti ma che poi alla resa dei conti esistono per davvero solo su internet o nella fervida fantasia di qualcuno.
A quelli che una parvenza di esistenza in vita è riconosciuta un solo appunto: eventi commemorativi anche se organizzati da un movimento o l’altro vanno comunque sostenuti e la presenza serve sul campo per dimostrare ai tanti che sono in attesa della ripresa che non stiamo giocando a fare i politici o i soldatini del Regno ma che davvero vogliamo dare una svolta a favore del sud.
Forza e onore
Fiore Marro

Fenestrelle 2011 il video

 http://www.youtube.com/watch?v=GXK4wwR_hBw&feature=channel_video_title 
















Per il turista che scende dall'Europa o che giunge dalla Paludania: Fenestrelle risulterà un luogo suggestivo, a tratti anche romantico, immaginando cavalieri e donzelle che un tempo si rincorrevano.

Non per noi, che nostro malgrado abbiamo scoperto l'aspersione di sangue meridionale in quel posto abbarbicato nella Val Chisone, sangue versato in virtù di un giuramento fatto alla Patria duosiciliana e non ripudiato anche a costo della vita.In quella calda mattina di sabato 9 luglio più ci avvicinavano al forte più ci attanagliava l'angoscia, un senso di oppressione e di dolore fisico ci ha accompagnato fino alla cella adibita a luogo di preghiera per le povere anime perite in quel sito 

Riprese Mimmo Marazia, montaggio Vincenzo Tortorella.

Copertina del nuovo romanzo di Fiore Maro "La fine dei vinti" che uscirà l' 1 agosto 2011


giovedì 7 luglio 2011

Marro (Cds) a Fenestrelle per commemorare i caduti delle due Sicilie

di Nunzio De Pinto
Giovedì 7 Luglio 2011
CELEBRAZIONI | S.Nicola la Strada
- Guardare all'Unità d'Italia ed al suo 150° anniversario con uno sguardo trasversale e "del Sud": è quanto farà una delegazione del Comitato nazionale delle Due Sicilie guidata dal suo presidente nazionale l'imprenditore sannicolese Fiore MARRO e da Insorgenza Civile, che sabato 9 luglio prossimo raggiungerà Fenestrelle (Torino) per commemorare "le migliaia di soldati borbonici morti senza un nome segregati nella Fortezza tra il 1860 ed il 1870 perché soldati ed ufficiali dell'Esercito delle Due Sicilie". Soldati, spiega ancora Marro "che si erano rifiutati di rinnegare il Re e la Patria per inchinarsi al conquistatore savoiardo, o semplici civili duosiciliani catturati con l'accusa di brigantaggio perché combatterono a difesa della propria terra". Una fortezza alla quale i piemontesi avevano rotto i vetri e gli infissi "per rieducare con il freddo i segregati della fortezza piemontese trasformata in lager. Dal 2008" - ha aggiunto Marro, fiero di essere duosiciliano - "una targa in memoria di quei caduti svetta su quel luogo di pena a memoria e monito per le future generazioni, ed ogni anno la nostra presenza a Fenestrelle si rinnova per onorare le vittime dell'Unità d'Italia perché gli italiani non dimentichino quale è stato il prezzo dell'Unità nazionale in termini di vite umane, e si prenda coscienza della dignità umana e del rispetto a cui hanno diritto soldati, ufficiali, uomini che hanno combattuto per una causa giusta: la difesa della propria patria contro una guerra non dichiarata e contro le promesse non mantenute che hanno portato, oggi, al declino del meridione. La nostra presenza a Fenestrelle - dice Fiore Marro, presidente del Comitato - "è un urlo al mondo per denunciare i crimini di guerra commessi contro una popolazione sottomessa che aveva trovato nel brigantaggio la sua forma di resistenza contro la prevaricazione di uno straniero conquistatore la nostra presenza a Finestrelle ogni anno vuole scuotere la coscienza degli italiani, perché sia finalmente presa consapevolezza di questi crimini e si riconosca pubblicamente l'errore dei padri prima di plaudire ai loro meriti, perché sia intrapreso in maniera equa e giusta il nuovo percorso di avvicinamento ai festeggiamenti di un'Unità nazionale guadagnata con il sangue dei meridionali"

mercoledì 6 luglio 2011

SERATA DEDICATA ALLA LETTERATURA IRPINA


Giovedì 7 luglio · ore  18.00
 Nella Sala Consiliare del Comune di Carife (AV)

Presentazione  del romanzo "Prima che tutto accadesse" di Maurizio Picariello
A Cura di Lucia Lapenna.
Condurrà l’ incontro Fiore Marro Scrittore, presidente Nazionale dei Comitati Due Sicilie