di Nunzio De Pinto
Giovedì 7 Luglio 2011
CELEBRAZIONI
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S.Nicola la Strada
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Guardare all'Unità d'Italia
ed al suo 150° anniversario con uno sguardo trasversale e "del Sud": è
quanto farà una delegazione del Comitato nazionale delle Due Sicilie
guidata dal suo presidente nazionale l'imprenditore sannicolese Fiore
MARRO e da Insorgenza Civile, che sabato 9 luglio
prossimo raggiungerà Fenestrelle (Torino) per commemorare "le migliaia
di soldati borbonici morti senza un nome segregati nella Fortezza tra il
1860 ed il 1870 perché soldati ed ufficiali dell'Esercito delle Due
Sicilie". Soldati, spiega ancora Marro "che si erano rifiutati di
rinnegare il Re e la Patria per inchinarsi al conquistatore savoiardo, o
semplici civili duosiciliani catturati con l'accusa di brigantaggio
perché combatterono a difesa della propria terra". Una fortezza alla
quale i piemontesi avevano rotto i vetri e gli infissi "per rieducare
con il freddo i segregati della fortezza piemontese trasformata in
lager. Dal 2008" - ha aggiunto Marro, fiero di essere duosiciliano -
"una targa in memoria di quei caduti svetta su quel luogo di pena a
memoria e monito per le future generazioni, ed ogni anno la nostra
presenza a Fenestrelle si rinnova per onorare le vittime dell'Unità d'Italia perché gli italiani non dimentichino quale è stato il prezzo dell'Unità
nazionale in termini di vite umane, e si prenda coscienza della dignità
umana e del rispetto a cui hanno diritto soldati, ufficiali, uomini che
hanno combattuto per una causa giusta: la difesa della propria patria
contro una guerra non dichiarata e contro le promesse non mantenute che
hanno portato, oggi, al declino del meridione. La nostra presenza a
Fenestrelle - dice Fiore Marro, presidente del Comitato - "è un urlo al
mondo per denunciare i crimini di guerra commessi contro una popolazione
sottomessa che aveva trovato nel brigantaggio la sua forma di
resistenza contro la prevaricazione di uno straniero conquistatore la
nostra presenza a Finestrelle ogni anno vuole scuotere la coscienza
degli italiani, perché sia finalmente presa consapevolezza di questi
crimini e si riconosca pubblicamente l'errore dei padri prima di
plaudire ai loro meriti, perché sia intrapreso in maniera equa e giusta
il nuovo percorso di avvicinamento ai festeggiamenti di un'Unità nazionale guadagnata con il sangue dei meridionali"
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